lunedì 24 giugno 2013

a colori

Senti scusa se te lo chiedo ma vorrei che stessi a sentire questa cosa, perché è già un po' che ci sto pensando e alle volte mi sembra che un senso gliel'ho trovato ma altre volte no e mi sento strano. tipo capita che mi incanto a rifletterci un po' su e la mascella si allenta nella riflessione e rimango un po' di tempo a bocca aperta. come me ne accorgo? beh ogni tanto inghiotto una mosca.
allora praticamente è successo che era come se avessi avuto non lo so, fai tipo come se avessi dieci anni. insomma che ero piccolo ma potevo già corre e saltare. e infatti stavo proprio correndo nel prato dietro casa. quel prato che quando avevo dieci anni o quasi tenevamo con l'erba corta e tutta alla stessa altezza, quelli che la gente li chiama prati all' "inglese".
e insomma io stavo correndo e mentre correvo capitava che saltavo pure e a un certo punto -non so come- mi trovo che ho un retino in mano.
che la prima cosa che ho pensato è stata "che ci faccio con un retino se non è ancora estate e non siamo ancora alla casa al mare?". perché vedi, la casa al mare a quell'età l'avevamo già comprata e quindi sicuro che avevo almeno più di nove anni. però questo fatto della domanda "di che ci faccio con un retino" dura molto poco perché subito mi dico "non è un retino per prendere i pesci è un retino per prendere le farfalle". che questa, in effetti, è una cosa che poteva pure essere perché le farfalle dietro casa ogni tanto passavano. e quindi niente, mi sento come se potevo continuare a correre e ogni tanto a saltare. e infatti lo facevo.
continuo un po' così e non succede niente. ad un certo punto mi accorgo che il sole è forte e sento la maglia di lana che è un po' ruvida e allora me la tolgo. quando tiro la testa fuori dal maglione, dopo essermi tolto le maniche per prime, vedo che ci sono tre farfalle nel prato.
mi sento un poco strano e subito ho la convinzione che questa farfalle già c'erano perché non è possibile che siano volate da chissà dove fino al prato nel solo tempo che mi ci era voluto per togliermi la maglia. poi penso che mamma non mi aveva ancora detto che mi potevo togliere la maglia per giocare fuori perché sicuro avrebbe fatto freddo. però in quel momento no. comunque quando mi giro a prendere la maglia, la maglia non c'è più e invece ci sono di nuovo le farfalle.
allora già secondo me le farfalle c'erano pure da prima di sicuro ma adesso mi viene in mente che forse erano nella maglia che perciò prima mi prudeva un po'. cioè ti sto dicendo che erano tra la maglia e la mia maglietta. che però la maglietta ce l'avevo ancora addosso sia chiaro. perché non me ne ero accorto prima? 
guardo meglio le farfalle, pensavo che erano variopinte di tanti colori fai conto e invece erano gialle rosse e blu. ognuna di un colore solo. 
mentre le guardo mi dico che è meglio che mi sono portato il retino così adesso le prendo e poi le porto a mamma che sarà sicuro contenta di sapere che c'erano le farfalle e se non ci crede io gliele faccio vedere. così inizio a menare il retino a destra e a sinistra e su e giù ma è difficile prendere le farfalle. perché io sono più lento di loro e quando faccio per acchiapparle loro sono da un'altra parte e poi ritornano dove erano prima. allora penso che tra poco sudo e invece no. così continuo ma le farfalle sono più veloci e poi sono più leggere e allora a un certo punto faccio un salto più in alto per prendere e non ci riesco lo stesso.
poi succede una cosa, una cosa di cui anche adesso non ho afferrato il senso ed è per questo che te ne sto parlando. distolgo lo sguardo dalle farfalle, non sento più il sole, non vedo più casa ed è come se il fuoco - si dai! come si dice? "il punto di vista", si sia spostato- e adesso vedo. vedo le farfalle, vedo me che cerco di prenderle nel prato che dicesi all' "inglese" che costeggia il retro della mia casa, ai margini della via, inserita nel mio quartiere e sù sempre più su fino al cielo fino alle stelle e poi un altro po' più su. e da quella distanza io mi dico che tutto è fermo e immobile e solo tre farfalle si muovono a cerchio e poi a onda e poi alla rinfusa nell'aria di un prato che è dietro una casa. come quella canzone "che per due soldi mio padre comprò". e penso che il mio retino adesso non serve a niente. che è bello vedere quelle tre farfalle che si muovono e sono libere. e anche io che prima le volevo acchiappare e adesso le vedo sono libero e lo siamo un po' tutti. forse i fili di erba un po' meno perché sono sempre fermi ma fa niente. di sicuro io e le farfalle lo siamo. 
e non lo so , forse questo pensiero non l'ho fatto in quel momento forse l'ho fatto dopo chissà, ma ormai solo il ricordo rimane dell'esperienza e nel ricordo io pensavo queste cose… fatto sta, per non farla troppo lunga che mi viene da dire che siamo tutti liberi e che non devo prenderle e portarle a mamma ste benedette farfalle ma che invece potrei dare un nome ad ognuna di loro e portare quel nome a mia madre e dirle "sai mamma che nel prato dietro casa ci sono tre farfalle una rossa, una blu e una gialla e io oggi le ho chiamate amore, sogno e felicità?"
ecco vedi questo è tutto.
ma secondo te, che vuol dire?

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